Giovanni Bandiera

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Venerdì, 29 Mar 2024

Trattamento chirurgico

Come si svolge l’intervento chirurgico di vene varicose?
A monte della vena grande safena (safena interna) viene fatta un’incisione, la vena viene isolata nel punto in cui confluisce nel sistema venoso profondo (vena femorale) a livello della regione inguinale. L’incisione viene poi chiusa con i punti, che rimangono nel tessuto sottocutaneo.
La grande safena viene comunemente asportata per sfilamento (“stripping”) passando un filo all’interno, che viene fatto scorrere dall’alto in basso fino alla zona immediatamente a monte o a valle del ginocchio, o alla caviglia (malleolo interno). In questo modo si evita il riformarsi delle varici.
Una volta asportata la safena, il sangue continua a fluire verso l’alto attraverso gli altri molteplici vasi venosi della gamba.
Le vene varicose, mappate prima dell’operazione, vengono asportate attraverso piccole incisioni sul tessuto cutaneo, richiuse poi con i punti o con piccoli cerotti.
Può essere opportuno trattare altre vene sottocutanee con importanti connessioni con le vene profonde: questo richiede talvolta indagini particolari prima dell’operazione e sarà cura del medico spiegare la procedura al paziente.

Qual è il periodo di attesa per l’intervento di vene varicose?

Ai chirurghi non piace fare attendere i pazienti per periodi lunghi, ma devono comunque basarsi sulle priorità delle condizioni sotto il profilo medico: chi presenta una sintomatologia più grave, come alterazioni cutanee o ulcere, ha la priorità sui pazienti soltanto con problemi di dolore o estetici.

Quali sono gli aspetti legati all’anestesia?

L’anestesia è uno dei pensieri principali di tutti i pazienti: molti hanno la sensazione di mettere in mano ad un’altra persona il controllo della propria vita. Questa preoccupazione è comprensibile, tuttavia gli anestetici di oggi sono molto sicuri e le complicazioni gravi sono rare. L’operazione viene condotta generalmente in anestesia locoregionale e dura circa un’ora.

In caso di intervento, quanto tempo dura il ricovero in ospedale?
La durata del ricovero dipende dal fatto che l’intervento venga effettuato o meno in regime di day-hospital.
Day-hospital
Se il paziente viene ritenuto in condizioni mediche adatte e a casa può contare sull’aiuto di altri, è possibile che l’intervento venga effettuato in day-hospital, soprattutto se la gamba da operare è soltanto una. Il day-hospital prevede che il paziente venga dimesso il giorno stesso dell’intervento.
Ricovero
Se il medico ritiene preferibile una permanenza più prolungata nella struttura sanitaria, il ricovero avviene in genere il giorno precedente all’intervento chirurgico e la dimissione il giorno dopo.

La fase post-operatoria è molto dolorosa?
Nella fase post-operatoria, il dolore è molto soggettivo, ma nella maggior parte dei casi si tratta soltanto di un disturbo lieve.
Il disagio nel mettersi in piedi e nel deambulare è maggiore quando sono state operate tutte e due le gambe, rispetto ai casi in cui il trattamento è da una parte sola. In entrambi i casi, al paziente viene consentito di alzarsi e camminare il giorno stesso dell’intervento, una volta sufficientemente diminuiti gli effetti dell’anestesia.

Come sono le ferite?
Di frequente, la zona al di sotto della ferita inguinale rimane sensibile per alcuni giorni, con ispessimento dei tessuti per qualche settimana. In altre zone della gamba possono rimanere anche delle zone nodulari ipersensibili, provocate da coaguli sanguigni nel tessuto sottocutaneo, presenti nei punti in cui sono state asportate le vene. Non sono pericolose e scompaiono gradualmente, pur necessitando di alcune settimane di tempo.

Sulle gambe si formano dei lividi?

Spesso, dopo gli interventi di vene varicose, sulle gambe si formano degli ematomi, talvolta piuttosto estesi, che permangono per un mese o anche più. In particolare questi possono presentarsi nella parte interna della coscia, anche dove non vi è stata alcuna incisione: questo avviene perché in quest’aerea è stata asportata la safena interna che rappresenta la vena principale nella zona sottocutanea.

Quali sono le indicazioni sul bendaggio e sulle calze di contenimento?
Se il medico prescrive le calze di contenimento per i giorni successivi all’operazione, il paziente dovrà indossarle sempre; se non sono tollerate è possibile toglierle per la notte, prima di andare a letto, per poi rimetterle la mattina. Infatti, le calze servono prevalentemente per sostenere la gamba quando la persona è in posizione eretta. È importante farsi dire con precisione dal medico per quanto tempo devono essere portate, in genere per circa venti giorni dopo l’intervento.

Quanto si può camminare?

Il paziente potrà ricominciare a camminare subito dopo l’intervento appena si sente in grado di farlo. Alzarsi talvolta è un po’ fastidioso, in particolare dal lato dell’inguine operato. Tutta la gamba può essere irrigidita e ipersensibile al tatto in alcune parti. Camminando non si rischia di danneggiare le ferite. Se necessario si possono assumere antidolorifici. Nella prima settimanail paziente dovrebbe cercare di far qualche passo ogni mezzora circa, durante il giorno. Per molti questo corrisponde semplicemente a ricominciare la propria attività quotidiana, il più rapidamente possibile.  Quando il paziente è fermo, ad esempio quando è sul divano o a letto, il piede dovrebbe essere tenuto sollevato.

Quando si ritorna alla normalità in tutto e per tutto?

Questo dipende moltissimo da persona a persona, dalle dimensioni delle vene varicose e di conseguenza dall’entità dell’operazione. In particolare, la
differenza sta nel fatto di essere stati sottoposti ad intervento ad una gamba o a tutte e due,  comunque non oltre le due-tre settimane dall'intervento.

Quando è possibile riprendere a guidare?
Sarà sicuro mettersi alla guida quando si sarà in grado di effettuare una fermata di emergenza senza avvertire dolore (di solito entro sette-dieci giorni).

Quando è possibile riprendere la normale attività lavorativa e sportiva?

Le normali attività, sia lavorativa che sportiva, potranno essere riprese non appena il paziente se la sente. Se il lavoro comporta periodi prolungati di
tempo in piedi o alla guida, è opportuno prendere in considerazione una convalescenza di almeno due settimane.
È consigliabile evitare sport violenti con le calze di compressione o il bendaggio; quando non si usano più, è opportuno iniziare gradualmente un po’ di esercizio piuttosto che tornare immediatamente all’attività agonistica. Non praticare il nuoto finché si devono tenere le calze contenitive e fino a quando tutte le ferite non siano asciutte.

Quali problemi si possono presentare dopo l’intervento chirurgico?
Dopo gli interventi per vene varicose raramente le complicazioni sono gravi. Di solito è presente un limitato ematoma, mentre raramente tutta la
gamba è piena di lividi. Gli ematomi si presentano nei primi giorni successivi all’operazione e scompaiono nel giro di qualche settimana.
1. Nelle prime settimane dopo l’intervento è normale sentire dolore, fitte e zone ipersensibili nelle gambe, che andranno pian piano a scomparire e non devono scoraggiare a riprendere al più presto le normali attività.
2. Sono frequenti zone ipersensibili con grumi nel tessuto sottocutaneo, provocati da coaguli di sangue che si formano nei punti in cui sono state asportate le vene. Non sono pericolosi e l’organismo li riassorbe gradualmente nel giro di alcuni mesi. In qualche occasione possono essere piuttosto dolorosi nelle prime due settimane o anche più a lungo.
3. Le infezioni sono uno dei problemi occasionali (al di sotto del 5%), soprattutto nelle ferite inguinali. Di solito si risolvono con il trattamento antibiotico. Se la ferita è stata suturata con un punto nella zona sottocutanea, potrebbe essere necessario rimuoverlo per far passare l’infezione. Se si forma un ascesso è necessario intervenire nuovamente per drenare la ferita, con medicazioni regolari fi no alla guarigione.
4. Di rado può verificarsi accumulo di un liquido chiaro (la linfa) che appare come un grumo a livello inguinale (o nel polpaccio). In genere si risolve
senza trattamento. Qualche volta il liquido linfatico trasuda dalla ferita, e l’effetto cessa soltanto dopo qualche giorno o qualche settimana.
5. Le complicazioni delle ferite inguinali sono più frequenti nelle persone obese e nei pazienti con pregressa chirurgia inguinale.
6. All’inizio le cicatrici sulle gambe saranno evidenti, ma diventeranno sempre meno visibili dopo alcuni mesi. In alcuni rari casi, si formano piccole
zone cutanee con una pigmentazione scura nel punto in cui le vene sono state asportate oppure possono comparire dei piccoli capillari nelle aree adiacenti: si tratta di effetti rari e imprevedibili.
7. Nel rimuovere le vene varicose del tessuto sottocutaneo, possono essere danneggiati i nervi di quella zona. Si tratta di un evento raro (che si
presenta, a vari livelli, nel 10-15% dei casi), ma che provoca una zona di intorpidimento della gamba, pur risolvendosi o diminuendo dopo alcune
settimane o mesi. Meno frequenti, ma possibili, sono i danni nervosi che determinano intorpidimento o dolore permanente (meno di 1%).
Nell’asportazione delle vene varicose del piede è particolarmente pericoloso lesionare piccoli nervi. Se viene danneggiato un nervo lungo una delle vene sottocutanee più grosse, è possibile che la zona intorpidita risulti più estesa. Se questo avviene dopo lo stripping della vena principale sulla parte interna della gamba (grande vena safena), l’intorpidimento sarà presente nella parte interna del polpaccio e del piede. Nei casi in cui si deve trattare la vena dietro il ginocchio (piccola vena safena), è a rischio il nervo che irradia dalla pelle alla parte esterna del polpaccio e del piede. Vi è poi un minimo rischio per i nervi principali responsabili del movimento della gamba e del piede. Il rischio di lesioni nervose aumenta quando l’intervento chirurgico viene effettuato dopo altre operazioni nella stessa zona.
8. Durante gli interventi di vene varicose, è possibile che vengano danneggiate le arterie e le vene più grandi; si tratta tuttavia di complicazioni molto rare.
9. La trombosi venosa profonda provoca gonfi ore alla gamba e può determinare la formazione di un coagulo di sangue che arriva fi no ai polmoni. Si tratta di una complicazione possibile dopo la chirurgia per le vene varicose, ma diventa molto remota se il paziente comincia a muovere le gambe e a camminare frequentemente, il prima possibile dopo l’intervento. A volte vengono prescritti dei farmaci per via parenterale per diminuire il rischio della formazione di coaguli: pur diminuendo il rischio di coagulazione del sangue, aumenta però la formazione di ematomi. Nelle pazienti che assumono contraccettivi per via orale, il rischio di trombosi è maggiore. Sarà utile pertanto valutare con il chirurgo l’opportunità di interrompere il farmaco e di iniziare una particolare terapia per ridurre il rischio di trombosi. Se la contraccezione orale viene iniziata nel periodo di attesa prima dell’intervento, è opportuno comunicarlo.
10. Tutte le anestesie totali comportano dei rischi, che vengono ridotti al minimo con moltissime precauzioni. Il rischio di morte per chirurgia alle vene varicose è inferiore a un caso su mille.

Le vene varicose ritornano?

In alcune persone possono ritornare nuove varici qualche anno dopo l’intervento chirurgico, anche se questo avviene più di rado dopo un intervento accurato. Il rischio di recidive è di circa il 20% nei 10 anni successivi all’operazione. Raramente le vene varicose si riformano nelle zone già trattate; altre volte, si ripresentano invece in un sistema venoso diverso, che al momento della prima operazione era normale. Nel caso di recidive, le varici possono essere sclerotizzate con iniezioni o nuovamente operate.

Vene Varicose