Giovanni Bandiera

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Sabato, 23 Nov 2024

Consigli per i Pazienti

Un italiano su cinque e'  affetto  da  vene varicose:  nel nostro Paese  sono circa 12 milioni le persone colpite in maniera piu' o meno grave,  con risvolti di ordine sociale ed economico notevolmente pesanti.

Per riassumere, cosa sono le vene varicose?
Sono alcune vene superficiali delle cosce e delle gambe  che, per una serie di motivi, diventano evidenti ad occhio nudo, si ingrossano  e si ramificano, confluendo fra loro, fino a formare una complicatissima rete di canali serpiginosi in cui il sangue rallenta di velocita' , fin quasi a ristagnare.

Perche' vengono?
Nella comparsa e nell'evoluzione delle varici i fattori chiamati  in causa sono numerosi.  A parte i  motivi costituzionali rappresentati da una  debolezza congenita delle pareti delle vene, vi sono dei fattori predisponenti e aggravanti la malattia varicosa: fra questi  le gravidanze (specie se numerose e ravvicinate), il restare a lungo in piedi, i piedi piatti e in genere tutte quelle alterazioni ortopediche che comportano uno scorretto modo di camminare.   E ancora, l' esposizione a fonti di calore, specie se continuata e diretta agli arti inferiori, la stipsi cronica, l'obesita'  e tutte quelle  situazioni  di   "ingombro"  addominale che rendono difficoltoso il normale deflusso del sangue venoso dal basso verso l'alto.     Oltre a queste c'e'  poi  un tipo di vene varicose ben piu' grave, ma meno frequente al giorno d'oggi,  determinate da malattie ostruttive delle vene profonde (tromboflebiti).

C'e'  differenza fra i sessi?
Le donne sono piu' colpite, con una frequenza di almeno tre volte maggiore;  il sesso  femminile e'  senza dubbio il fattore predisponente piu'   importante in quanto correlato ad altre cause legate alla condizione femminile e cioe'  lo stato ormonale, le gravidanze, l'uso improprio di scarpe o indumenti.

Di cosa si lamenta chi soffre di vene varicose?
Di alcuni sintomi classici, i piu' frequenti dei quali sono, in ordine,  le "gambe pesanti":  il paziente riferisce di sentirle "di piombo"e fa fatica persino a sollevarle durante il cammino o nel  salire le scale;  il  gonfiore",  spesso piu' "sentito" che reale, viene riferito principalmente ai piedi e alle caviglie;  la "tensione", definita come una sensazione che viene dall'interno delle gambe e che si manifesta come se "la pelle volesse scoppiare", specialmente ai polpacci;  i "bruciori", localizzati prevalentemente nelle zone cutanee dove maggiormente sono presenti i gomitoli varicosi o le reti di capillari dilatati;  il  "prurito", specie notturno, spesso ribelle ad ogni trattamento;  i "crampi notturni",  improvvisi, ai polpacci o, piu' raramente alle piante e alle dita dei piedi,  riferiti  come "morse"  o   "trafitture"di breve durata che scompaiono col massaggio  o, semplicemente cambiando posizione;  infine  le "gambe irrequiete": il paziente riferisce di non sopportare nessuna posizione delle gambe, specie a letto o seduto, ed e' pertanto costretto a muoverle continuamente, senza mai trovar pace.Tutti questi disturbi, quale piu' quale meno, vengono accentuati dal caldo, dalla posizione eretta (o seduta) prolungata, dal sovrappeso, dalle mestruazioni, ecc.
La malattia inoltre, se non debitamente curata, peggiora gradatamente, le vene diventano sempre piu' varicose, i sintomi diventano sempre piu' gravi e le complicanze  sempre piu' frequenti.

Quali sono le complicanze?
Tra le numerose complicanze che comportano un notevole grado di invalidita' e condizionano estremamente la vita del paziente, le piu'  frequenti sono la formazione delle ulcere, la rottura delle varici con consegente emorragia, e le flebiti.  Tutte tendono a guarire con molta lentezza e con fasi alterne di recrudescenza, spesso recidivando.  La guarigione non e' mai totale, lasciando frequentemente un grave danno alla funzione.  Fortunatamente la piu' temibile, l'embolia polmonare, spesso mortale, e'  la piu'  rara.

Quali sono le cure che risolvono il problema?
La scelta della terapia piu' idonea è compito dello specialista che deve valutare, caso per caso, tenendo conto sia della gravita' della malattia sia delle condizioni generali del paziente.  La prescrizione, per esempio, delle calze elastiche, ha lo scopo di impedire il ristagno del sangue e porta spesso alla riduzione dei sintomi prima descritti rallentando contemporaneamente l'evoluzione della malattia;  anche la terapia medica a base di farmaci e' spesso in grado di ridurre sensibilmente la sintomatologia o i danni legati alle complicanze, ma non e' in grado, ovviamente,  di eliminare le vene varicose.

Ma esiste una terapia radicale?
E' quella chirurgica, che comporta la asportazione delle vene malate, ristabilendo contemporaneamente la normale circolazione dell'arto.
In moltissimi casi l' intervento può essere effettuato anche in day hospital o in ambulatorio, in anestesia locale.  E il paziente puo' tornare a casa in giornata, con un semplice bendaggio che sarà  rimosso dopo alcuni giorni.

L'intervento chirurgico comporta qualche rischio?
No, perche' l'intervento e' sufficientemente semplice dal punto di vista tecnico:  la sua riuscita dipende esclusivamente dall'attento studio pre-operatorio della malattia.   Gli insuccessi riferiti da alcuni operati sono spesso dovuti ad una certa superficialita'  da parte dell'operatore e non al fatto che "le varici prima o poi ritornano" come spesso sento dire da chi ricorre alle nostre cure.

E la terapia sclerosante?
E'  una delle piu' antiche e ancora attualissima.  Consiste nell'iniettare all'interno delle varici una sostanza che, attraverso fenomeni chimici e fisici, trasforma la vena varicosa in un tubicino chiuso che lentamente e gradualmente scomparirà.   La terapia sclerosante, se condotta da mani esperte, si rivela notevolmente efficace e al tempo stesso innocua.   Spesso integra e completa la terapia chirurgica.

E il laser?
Di recente è stato introdotto il laser anche per la terapia chirurgica delle varici: peraltro, a tutt’oggi, la casistica è scarsa e non abbiamo il conforto dei risultati a distanza. Comunque la tecnica è promettente: vedremo nel prossimo futuro.

Per concludere, le cose da fare e quelle da non fare:

letto1Cominciando dalla  Posizione:
NON stare a lungo fermi in piedi e , se costretti, simulare di tanto in tanto il passo o sollevarsi sulle punte dei piedi;
NON sedere a lungo con le gambe in giu'  o  piegate ma poggiarle su un piano piu' alto di quello del sedile; NON dormire con un cuscino sotto i piedi ma con le gambe piu' in alto del bacino, ponendo dei rialzi di 15-20 centimetri ai piedi del letto.


Per quanto riguarda l'Attivita' Sportiva
NON praticare sports violenti o comunque traumatici per le gambe quali il calcio, lo sci, l'equitazione, il tennis; dedicarsi invece al nuoto, la bicicletta, la corsa, e comunque, mai a livello agonistico.

mare


Relativamente alla Temperatura e all'Ambiente e' tassativo
NON esporsi a fonti di calore quali il sole cocente, le sabbiature, i forni, i fanghi e i bagni caldi, le saune, le cerette depilatorie calde; consigliabile e' invece soggiornare in climi freschi e asciutti, bagnarsi  le gambe, specie d'estate, con frequenti docce fredde, al mare camminare lungo la riva con l'acqua all'altezza del bacino.



Infine, per quanto riguarda l'Abbigliamento e l'Alimentazione
scarpe
NON indossare abiti stretti, calze con elastici, scarpe basse , a punta stretta o con tacchi a spillo,
NON mangiare cibi pesanti o comunque difficili da digerire,
NON bere alcoolici ne' bevande gasate, evitando la stipsi e mantenendo un'alimentazione ricca di frutta fresca, insalate, verdure e pane integrale.









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