Perché è necessario l’intervento chirurgico?
Perché il paziente presenta un’ostruzione o un restringimento delle arterie che portano il sangue alle gambe, con conseguente gravissima riduzione della circolazione periferica. Il deficit circolatorio è talmente avanzato che l’apporto di sangue agli arti inferiori è insufficiente e, se non trattata, la situazione si aggraverebbe ulteriormente. I medici ritengono che non sia possibile in alcun modo migliorare la circolazione periferica e hanno quindi concordato la necessità dell’amputazione.
Prima dell’intervento chirurgico
Se non è già ospedalizzato, il paziente viene generalmente ricoverato uno o due giorni prima dell’operazione, per effettuare gli esami necessari e verificare che sia idoneo all’intervento. Di solito viene effettuata un’angiografia per controllare se vi siano altre opzioni per migliorare la circolazione.
Prima dell’intervento chirurgico verranno eseguite alcune indagini, fra cui un elettrocardiogramma, una RX del torace e le analisi del sangue.
L’intervento chirurgico
All’inizio il paziente viene portato in una zona di attesa della sala operatoria, quindi nella sala dell’anestesia, dove viene effettuata l’anestesia per poi essere portato in sala operatoria. Il paziente viene addormentato (anestesia generale) oppure si procede con una anestesia periferica (anestesia epidurale) che, attraverso la somministrazione di analgesici, addormenta la parte inferiore del corpo. Con il paziente addormentato, viene inoltre inserito il catetere vescicale per il drenaggio urinario e, da una vena del braccio o del collo (o da entrambe), viene inserito il catetere per monitorare la pressione e per somministrare i liquidi in fase post-operatoria. Il moncone di amputazione viene suturato generalmente con punti nel tessuto sottocutaneo, che si riassorbono da soli. Viene spesso posizionato un drenaggio che viene rimosso pochi giorni dopo.
A seconda del livello della gangrna si procederà ad una amputazione più o meno estesa, andando dalle cosiddette amputazioni "minori", quale l'amputazione di uno o più dita del p iede, fino alla "maggiore", cioè all'amputazione di coscia. La valutazione del livello di amputazione è ovviamente strettamente correlata all'estensione della gangrena e al grado di irrorazione del tratto da salvare.
Amputazione trans-metatarsale di un dito Amputazione dell'avanpiede
Dopo l’intervento chirurgico
Dopo l’operazione il paziente viene alimentato attraverso liquidi per fleboclisi fino a quando non è in grado di stare seduto e non tollera l’assunzione di
bevande e alimenti per bocca. È abbastanza comune avvertire dolore all’arto amputato (dolore dell’arto fantasma): i farmaci dovrebbero essere d’aiuto nell’attenuarlo rapidamente.
Con il passare dei giorni e con il miglioramento del paziente, i vari cateteri vengono rimossi ed il paziente torna gradualmente ad una maggiore mobilità, fin quando non è possibile la dimissione. Dopo l’intervento sarà necessaria la visita di un fi sioterapista, che aiuterà il paziente nella ripresa della mobilità. All’inizio vengono mostrati gli esercizi da eseguire a letto, poi il paziente viene incoraggiato a spostarsi dal letto alla sedia. Una volta guarita la ferita, il fisioterapista inizia a far deambulare il paziente con l’aiuto di un arto artifi ciale provvisorio, se possibile; altrimenti gli insegna ad usare la sedia a rotelle. Anche se è previsto che il paziente possa riprendere a camminare, è possibile che temporaneamente necessiti della sedia a rotelle, magari per gli spostamenti lunghi. Viene fi ssato l’appuntamento presso il centro protesi specializzato: una volta indossato, l’arto artifi ciale consente al paziente di avere un aspetto normale.
Il ritorno a casa
Può darsi che prima di dimettere il paziente sia necessario modifi care la casa e, in alcuni casi, trovare una sistemazione diversa. Dopo il ricovero dovranno essere continuate le sedute presso di fi sioterapia, che aiuteranno il paziente a rendersi autonomo con l’arto artificiale o con la sedia a rotelle.
Attualmente le protesi artificiali sono molto evolute il paziente è in grado di camminare di nuovo, purché motivato ed allenato.
Guidare: È possibile guidare anche con un arto amputato, ricorrendo all’uso di auto con cambio automatico o effettuando particolari modifiche.
Fare il bagno: Sarà possibile riprendere a fare il bagno o la doccia una volta che la ferita sarà asciutta, ma è probabile che il paziente all’inizio debba
essere aiutato. Per entrare o uscire dalla vasca senza pericolo potrà essere opportuno montare speciali maniglie o sollevatori.
Attività sessuale: Se il paziente se la sente, dopo 2 o 3 settimane può riprendere l’attività sessuale.
Complicazioni
A causa dello scarso apporto sanguigno, la guarigione della ferita a volte può essere lenta e, molto raramente, può essere necessaria una seconda amputazione ad un livello più alto della gamba, qualora la ferita non si rimargini. A volte la ferita si infetta e per curare l’infezione si ricorre alla terapia antibiotica. È normale sentire dolore e fitte alla ferita per alcuni mesi dopo l’operazione. A seguito di questo tipo di intervento possono manifestarsi infezioni respiratorie, soprattutto nei fumatori, con necessità di terapie antibiotiche e fisioterapia.
Che cosa posso fare?
Se il paziente era un fumatore, deve fare un autentico e deciso sforzo per smettere del tutto, perché l’abitudine al fumo può danneggiare la circolazione anche dell’altra gamba. È importante non prendere peso per non complicare la deambulazione con la protesi.