Angioplastica e Stenting
Il trattamento chirurgico mini-invasivo è denominato angioplastica a palloncino, e viene effettuato in genere in anestesia locale.
Che cosa è l’angioplastica a palloncino?
Si tratta di una procedura in base alla quale un catetere con un palloncino all’estremità viene fatto passare attraverso l’arteria ostruita; gonfiandosi, il palloncino riapre l’arteria ristretta od occlusa. Grazie a questa tecnica, in molti casi è possibile evitare l’intervento chirurgico.
Dal punto di vista del paziente, l’angioplastica è molto simile all’arteriografia, a parte il fatto che il catetere utilizzato è di dimensioni leggermente più grandi e di conseguenza il rischio di sanguinamento è un po’ più elevato.
La procedura
L’angioplastica è una procedura un po’ più lunga di una semplice arteriografia e può darsi che il paziente avverta le manovre del medico quando cambia o avanza i cateteri all’interno dell’arteria. Talvolta si tratta di una sensazione spiacevole, ma non dolorosa. In alcuni casi, per tenere aperta l’arteria, è necessario inserire un particolare dispositivo, lo stent: è semplicemente una piccola struttura a gabbia metallica che si espande all’interno dell’arteria, per mantenerla aperta, e per permettere un maggior flusso sanguigno.
Dopo la procedura
In alcuni casi, per prevenire la formazione di coaguli di sangue nel punto dell’angioplastica, vengono effettuate iniezioni di eparina (un anticoagulante)per 24 ore. Normalmente, il giorno successivo il paziente viene rimandato a casa. Prima della dimissione il chirurgo effettuerà una visita di controllo per valutare la riuscita dell’angioplastica e decidere se siano necessarie ulteriori terapie.
Quali sono gli effetti collaterali?
È abbastanza normale che si formino ematomi lievi, che in genere scompaiono in pochi giorni. È molto raro invece un sanguinamento più importante. Purtroppo in circa il 10-30% dei casi l’angioplastica non riesce, e si rende necessario prendere in considerazione altri trattamenti. Inoltre, anche quando l’angioplastica viene realizzata con successo permane il rischio che, in quella stessa zona, il restringimento del vaso si riformi: questa situazione si verifica, a distanza di un anno, nel 20% circa delle arterie. In alcuni casi è possibile effettuare nuovamente l’angioplastica, ma non sempre. Molto raramente, se l’angioplastica non riesce, la circolazione di fatto peggiora. In questi casi, il medico discuterà con il paziente i rischi in atto.
Quali sono le complicazioni?
Si stima che nel 5% circa dei casi sussista il rischio di complicazioni. La maggior parte di queste sono provocate da grandi ematomi o da un eccessivo sanguinamento della ferita. A volte sono necessarie trasfusioni di sangue. Di rado si deve procedere con un intervento chirurgico per richiudere l’apertura creata dall’ago nell’arteria. Molto raramente, se si verifica una trombosi arteriosa, si deve procedere con un intervento di bypass.
Se non è possibile effettuare l’angioplastica a palloncino, può essere necessario l’intervento chirurgico; il più frequente è quello di bypass.