Quando dall’eco-color-Doppler si evidenzia un restringimento delle arterie carotidi al collo, per correggere la stenosi può essere necessario l’intervento chirurgico, cioè l’endarterectomia carotidea.
Prima dell’operazione possono essere necessarie ulteriori indagini, tra cui l’arteriografia e la TC cerebrale.
È importante sapere che l’emisfero cerebrale sinistro comanda braccio e gamba di destra e quello destro gli arti di sinistra. Succede spesso infatti che il paziente ritenga di essere stato operato dalla parte “sbagliata”, ma di fatto non è così. Attualmente è noto anche che i soggetti con un restringimento (stenosi) della carotide sono a rischio molto maggiore di ictus rispetto agli altri e che grazie all’operazione denominata endarterectomia carotidea (di correzione della stenosi), si riducono moltissimo i rischi di ictus e/o di morte.
Prima dell’intervento
Il paziente viene ricoverato per circa tre giorni e l’intervento viene effettuato di solito il giorno successivo al ricovero. Fra gli esami pre-operatori, sono previste le analisi del sangue, un elettrocardiogramma e una radiografia del torace. Il paziente deve restare completamente a digiuno, per 6-12 ore prima dell’intervento, senza assumere neppure liquidi.
L’intervento chirurgico
Dopo l’anestesia (che può essere locale o generale, a seconda dei casi), viene effettuata un’incisione sul collo, all’altezza della carotide, e si procede al temporaneo clampaggio della stessa ed all’asportazione dello strato patologico (placca). Quindi l’arteria viene richiusa. A volte, per prevenire il restringimento, viene utilizzato un patch (una "toppa") di vena prelevata nella parte superiore di una coscia, con un’altra piccola incisione. In alternativa, si possono usare patch sintetici oppure semplicemente suturare l’arteria con i punti. Per richiudere l’incisione a livello cutaneo vengono usati punti di sutura; è possibile inoltre che venga posizionato un catetere di drenaggio della ferita che verrà rimosso dopo 24-48 ore.
Placca aterosclerotica estratta chirurgicamente dalla carotide interna |
Dopo l’intervento chirurgico
Al termine il paziente avrà uno o due cateteri collegati al braccio, uno per la somministrazione di liquidi e l’altro per il monitoraggio della pressione
arteriosa. In genere è prevista una permanenza di 24 ore nell’unità di terapia post-chirurgica subintensiva per un attento monitoraggio dei parametri clinici, prima che il paziente venga riportato in camera. L’intervento di per sé non è particolarmente doloroso, ma talvolta vengono prescritti ugualmente analgesici, anche a richiesta del paziente. Il giorno successivo all’intervento, il paziente viene fatto alzare, può alimentarsi normalmente e, in molti casi, in seconda o in terza giornata viene dimesso. I punti di sutura della cute vengono rimossi dopo sei-sette giorni.
Ci sono rischi?
Dopo l’intervento, può formarsi attorno alla ferita un piccolo ematoma. Di rado si rendono necessarie trasfusioni di sangue. L’ematoma, quando presente, può richiedere alcune settimane per risolversi. È probabile che nel lato interessato si formi per alcuni mesi una zona di ridotta sensibilità, che soltanto in rare occasioni non scompare. È possibile inoltre che un lato della bocca o della lingua resti indebolito per un certo periodo, ma è estremamente raro che questo effetto sia permanente.
Durante l’intervento chirurgico, c’è un rischio di ictus (ma limitato) e uno ancor più ridotto di morte. Il rischio complessivo di ictus e morte correlato all’intervento è inferiore al 5%. A lungo termine però, il paziente ha meno probabilità di soffrire di un episodio di ictus maggiore, se è stato sottoposto all’intervento chirurgico.
E dopo l’intervento?
Il paziente viene ricontrollato dopo circa un mese in ambulatorio. È possibile che gli venga prescritto un eco-color-Doppler, simile a quello
preoperatorio, per verifi care il corretto funzionamento della carotide. In genere, dopo l’operazione i buoni risultati permangono nel tempo. Si possono comunque migliorare le condizioni generali di salute, svolgendo regolarmente attività fi sica, smettendo di fumare e riducendo l’assunzione di grassi con l’alimentazione. In questo modo, si riducono i possibili danni futuri legati alla patologia arteriosa.