Giovanni Bandiera
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Endoarterectomia
Perché devo sottopormi all’intervento chirurgico?
In determinate situazioni invece che al bypass si ricorre all’endarterectomia, operazione indicata per ostruzioni di dimensioni più ridotte, laddove il bypass non è necessario. Spesso questo intervento viene effettuato all’inguine per migliorare l’apporto sanguigno alla gamba. Quando la patologia è più grave, grazie all’endarterectomia è possibile riaprire lunghi segmenti di arterie ostruite; la maggior parte dei chirurghi, peraltro, preferisce effettuare un bypass in queste condizioni.
L’intervento chirurgico
Endarterectomia è il nome attribuito ad un intervento finalizzato alla rimozione dell’ostruzione dall’interno dell’arteria anziché posizionare un bypass esterno. Le ostruzioni di dimensioni ridotte vengono trattate con una piccola incisione. Una volta asportata l’occlusione, il vaso viene richiuso con un patch ("toppa") fatto con la vena o in materiale sintetico.
Le ostruzioni più estese vengono trattate con un incisione dell’arteria lungo tutta la lunghezza (procedura aperta) oppure incidendo due estremità (semi-chiusa). La placca (ostruzione) viene asportata con un dissettore. Generalmente il vaso arterioso si richiude con un patch ricavato da una vena o in materiale sintetico. Il ricovero del paziente può durare circa una settimana o poco più.
Bypass
Perché devo sottopormi all’intervento chirurgico?
È necessario sottoporsi all’intervento perché la presenza di un’occlusione o di un restringimento delle arterie che portano il sangue agli arti inferiori riduce la circolazione sanguigna periferica. Il problema si evidenzia in particolare quando i muscoli necessitano di una maggiore irrorazione di sangue, durante il cammino, ed il paziente avverte dolore. Un’ulteriore riduzione del flusso sanguigno può determinare la comparsa di dolore continuo, con il rischio di ulcere o gangrena. Grazie all’intervento chirurgico, le arterie ostruite vengono bypassate ("scavalcate"), con conseguente miglioramento dell’apporto di sangue.
L’intervento chirurgico
L’anestesia può essere totale (il paziente viene addormentato) oppure locoregionale, in cui - grazie ad un catetere lombare - vengono somministrati anestetici che addormentano la parte inferiore del corpo (epidurale). Qualche volta questa anestesia viene aggiunta all’anestesia generale per ridurre il dolore postoperatorio.
Al paziente viene fatta un’incisione all’inguine e una più in basso, in un punto che varia a seconda di quale vaso deve essere bypassato. A volte sono necessarie più incisioni, oppure un lungo taglio su tutto l'arto, per prelevare la vena. Il bypass viene generalmente realizzato usando la vena del paziente (nessuna preoccupazione! Si può farne anche a meno!), anche se talvolta viene utilizzato un bypass artificiale, in materiale plastico. Le ferite vengono chiuse generalmente con alcuni punti di sutura.
Il ritorno a casa
Se i punti di sutura sono riassorbibili, non è necessario rimuoverli. In caso contrario saranno rimossi dopo 7-10 giorni.· Nelle settimane successive all’operazione è consigliabile fare regolarmente attività fisica, ad esempio brevi passeggiate alternate ad un po’ di riposo, finché non si riesce pian piano a tornare alle normali attività.
Guidare: Sarà sicuro mettersi alla guida quando si sarà in grado di effettuare una fermata di emergenza. Questo in genere avviene a distanza di 2-4 settimane dall’intervento; in caso di dubbio, il paziente deve chiedere il consiglio del medico.
Fare il bagno: Sarà possibile riprendere a fare il bagno o la doccia, come di consueto, una volta che la ferita sarà asciutta.
Attività lavorativa: Il paziente sarà in grado di tornare a lavoro al massimo entro 1 mese dopo l’intervento. In caso di dubbio, chiedere il parere del medico.
Alle dimissioni viene in genere prescritta una dose ridotta di aspirina, se la terapia non era già in corso, per rendere il sangue più fl uido. Qualora l’aspirina non sia tollerata, potrà essere prescritto un altro farmaco.
Complicanze
Una procedura di bypass è un intervento importante, che può mettere a dura prova cuore, polmoni e reni. Di rado questa operazione provoca la morte, ma il rischio è presente nel 3-5% circa dei pazienti, generalmente a causa di problemi preesistenti a livello cardiaco o polmonare. Problematiche della funzionalità cardiaca, polmonare e renale possono essere inoltre responsabili di un ritardato recupero o di una prolungata permanenza in ospedale. Il problema deve essere discusso con il chirurgo e con l’anestesista, che hanno il compito di ridurre il più possibile i rischi dell’intervento.
La complicanza principale che può coinvolgere la protesi è la formazione di coaguli al suo interno che ne provocano l’ostruzione; se questo avviene, di solito è necessario un altro intervento per ristabilirne la pervietà. Qualora l’arto inferiore sia a rischio per lo scarso apporto di sangue già prima dell’operazione, il paziente può essere a rischio di amputazione, nel caso in cui la protesi si ostruisca. È normale sentire un certo disagio e delle fitte di dolore alla ferita per alcune settimane dopo l’operazione.·A volte le ferite possono infettarsi e, per curare l’infezione, generalmente si ricorre alla terapia antibiotica. A livello delle ferite inguinali può inoltre raccogliersi un liquido, la linfa, che trasuda dai punti, ma di solito questo effetto cessa dopo un po’ di tempo. Intorno alla ferita o nella parte bassa della gamba ci potranno essere delle zone di intorpidimento dovute all’interruzione di piccoli nervi cutanei. Questa sensazione può essere permanente, ma in genere migliora nel giro di alcuni mesi. È frequente anche edema (gonfiore) del piede, dovuto al maggiore apporto di sangue: sollevando la gamba quando si sta seduti viene facilitato il riassorbimento del liquido.
Che cosa posso fare per migliorare la situazione?
Se il paziente era un fumatore, deve fare un autentico e deciso sforzo per smettere del tutto. Continuando a fumare, infatti, le arterie subiscono un ulteriore danno ed è più facile che sia compromesso il funzionamento del bypass.
Sono importanti anche le norme generali di tutela della propria salute, come perdere peso, seguire una alimentazione povera di grassi e svolgere regolarmente attività fisica.
Qualora il paziente provi dolore improvviso o intorpidimento della gamba, senza alcun miglioramento nel giro di poche ore, è opportuno mettersi immediatamente in contatto con la struttura sanitaria.