Giovanni Bandiera
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L'arteriosclerosi consiste nella formazione delle placche all'interno delle arterie a seguito del depositarsi nella parete arteriosa di sostanze circolanti nel sangue (ad es. il colesterolo). Si forma così un indurimento circoscritto della parete del vaso che tende ad accrescersi all'interno del vaso e a restringerne progressivamente il calibro, riducendo, di conseguenza, l'apporto di sangue, ossigeno e sostanze indispensabili alla vita di quei tessuti che l'arteria deve nutrire.
Può accadere inoltre, che una placca, se particolarmente molle, si rompa ed i suoi frammenti "embolizzino ", cioè, trasportati dal sangue, vanno a chiudere i piccoli vasi situati più lontano.
Placca in carotide interna | Frammenti di placca distaccati, embolizzanti |
Perché si formano le placche?
Le vere cause dell'arteriosclerosi non sono del tutto chiare. Sappiamo tuttavia che ci sono dei fattori che aumentano il rischio di contrarre la malattia.
1. L'età avanzata ed il sesso maschile.· Le donne ne sono colpite in misura minore e solo dopo la menopausa.
2. La familiarità; cioè l'aver parenti prossimi che hanno sofferto della malattia aterosclerotica in età precoce (nei maschi <55 anni, nelle femmine <65 anni)
3. La dieta ricca di grassi, specie d'origine animale.
4.·Il fumo di sigaretta.
5. Livelli elevati di Trigliceridi e Colesterolo.
6.·La scarsa attività fisica.
7. L'eccessivo consumo d'alcool.
8. L'obesità.
9. Il diabete.
10. L'aumento della pressione arteriosa.
11. L'essere esposto a frequenti "stress".
Tutti questi fattori sono, come si dice con termine medico, "indipendenti", agiscono cioè autonomamente l'uno dall'altro e, perciò, quando sono presenti più fattori, i loro effetti si sommano ed il rischio aumenta in proporzione.
Che cosa è l'ischemia cerebrale?
Per ischemia cerebrale si intende una condizione caratterizzata principalmente da mancanza (o grave riduzione) improvvisa di flusso di sangue al cervello, con conseguente comparsa di sintomatologia caratterizzata in vari tipi (o livelli di gravità) a seconda dell'estensione della zona del cervello interessata, della sua localizzazione (a seconda del vaso occluso) e della durata dell'ischemia. Si distinguono infatti, in ordine, il TIA, il RIND, il PRIND e l'ICTUS.
L'ischemia cerebrale è quindi provocata dal restringimento e dall’ostruzione dei vasi che irrorano il cervello. Il problema nasce dall’indurimento delle arterie (aterosclerosi) dovuto al fumo, all’ipertensione, all’ipercolesterolemia e al diabete. In circa il 75% dei pazienti con ischemia cerebrale è presente una stenosi importante (= restringimento) dell'arteria carotide.
Negli attacchi ischemici transitori (TIA, dall’inglese Transient Ischaemic Attack)l’ostruzione è temporanea e si risolve rapidamente (entro 24 ore). Anche se può spaventare, il TIA non provoca danni permanenti, ma chi ne soffre è a maggior rischio di sviluppare ictus: circa il 10% dei soggetti che hanno avuto un TIA sono a rischio nel primo anno successivo e circa il 5% ogni anno che passa. È importante fare indagini dopo un TIA per correggere le cause sottostanti e cercare di prevenire altri episodi. La sintomatologia è costituita di solito da brevi attacchi di debolezza, barcollamento, intorpidimento o perdita di sensibilità e formicolio da un lato del viso, in un braccio o in una gamba, da un solo lato del corpo. Può essere accompagnata inoltre da amnesia, rallentamento del linguaggio e difficoltà di articolazione delle parole e da perdita visiva da un occhio (amaurosis fugax). Gli attacchi possono durare pochi minuti o qualche ora e comunque regrediscono in un giorno.
Il RIND (Reversible Ischaemic Neurologiacal Deficit = Deficit Ischemico Neurologico Reversibile) la sintomatologia è più marcata rispetto al TIA, ma comunque tende a regredire entro le 3 settimane;
Al contrario nel PRIND (Partial RIND = RIND parzialmente regredibile), la sintomatologia regredisce ma non completamente, lasciando reliquati più o meno stabili dopo tre settimane dall'episodio.
Infine l'ICTUScerebrale (Stroke), spesso preceduto da uno o più TIA, è caratterizzato dalla comparsa di un deficit neurologico grave e persistente o addirittura mortale. La principale malattia causa di un ictus è l'arteriosclerosi delle carotidi.L'ictus cerebrale è la terza causa di morte in Italia e la principale causa di invalidità (130.000 nuovi casi ogni anno)
Ci sono altre cause?
Alcune patologie possono sembrare molto simili al TIA, come emicrania, attacchi o crisi epilettiche, ipoglicemia, sincopi e alterazioni del ritmo cardiaco. Generalmente il TIA non provoca perdite di coscienza o svenimenti. Le patologie simili al TIA devono essere trattate in modo diverso ed è importante che i pazienti in cui si manifesta il TIA si rivolgano allo specialista per individuarne le cause.
L'Arteriosclerosi
L'arteriosclerosi consiste nella formazione delle placche all'interno delle arterie a seguito del depositarsi nella parete arteriosa di sostanze circolanti nel sangue (ad es. il colesterolo). Si forma così un indurimento circoscritto della parete del vaso che tende ad accrescersi all'interno del vaso e a restringerne progressivamente il calibro, riducendo, di conseguenza, l'apporto di sangue, ossigeno e sostanze indispensabili alla vita di quei tessuti che l'arteria deve nutrire.
Può accadere inoltre, che una placca, se particolarmente molle, si rompa ed i suoi frammenti "embolizzino ", cioè, trasportati dal sangue, vanno a chiudere i piccoli vasi situati più lontano.
Perché si formano le placche?
Le vere cause dell'arteriosclerosi non sono del tutto chiare. Sappiamo tuttavia che ci sono dei fattori che aumentano il rischio di contrarre la malattia.
1. L'età avanzata ed il sesso maschile.· Le donne ne sono colpite in misura minore e solo dopo la menopausa.
2. La familiarità; cioè l'aver parenti prossimi che hanno sofferto della malattia aterosclerotica in età precoce (nei maschi <55 anni, nelle femmine <65 anni)
3. La dieta ricca di grassi, specie d'origine animale.
4.·Il fumo di sigaretta.
5. Livelli elevati di Trigliceridi e Colesterolo.
6.·La scarsa attività fisica.
7. L'eccessivo consumo d'alcool.
8. L'obesità.
9. Il diabete.
10. L'aumento della pressione arteriosa.
11. L'essere esposto a frequenti "stress".
Tutti questi fattori sono, come si dice con termine medico, "indipendenti", agiscono cioè autonomamente l'uno dall'altro e, perciò, quando sono presenti più fattori, i loro effetti si sommano ed il rischio aumenta in proporzione.
Cosa è l'ischemia?
"Ischemia" è il termine medico utilizzato per indicare uno scarso apporto di sangue in una zona di un tessuto, provocato in genere dall'arteriosclerosi che provoca il restringimento o l'ostruzione dei vasi sanguigni. L'ischemia è "Acuta" quando si manifesta in maniera grave e improvvisa. "Cronica" significa che la condizione persiste da molto tempo. Si definisce infine ischemia "Critica" una condizione clinica grave che mette a rischio l'arto inferiore o una parte di esso. I due seguenti criteri ne definiscono ulteriormente la collocazione: 1°- dolore a riposo persistentemente ricorrente per più di due settimane e che richiede una continua terapia analgesica e/o ulcera o gangrena del piede o delle dita e 2°- pressione sistolica alla caviglia inferiore a 50 mmHg.
Più frequentemente l'ischemia·periferica si localizza agli arti inferiori, ma talvolta possono essere colpite anche gli arti superiori.
Arteriosclerosi e Sintomi
L'arteriosclerosi all'inizio non dà alcun disturbo evidente. La malattia evolve in modo silente e dà segno di sé solo in fase già avanzata o quando si verificano le complicanze.
Queste sono causate da una notevole riduzione del flusso di sangue, per l'accrescimento della placca che finisce per occupare gran parte del vaso, o dalla sua frammentazione ed "embolizzazione" o dalla "trombosi", cioè dall'improvvisa coagulazione del sangue in corrispondenza di una placca, che determina il restringimento o l'occlusione dell'arteria.
Quando questi fatti accadono, il flusso di sangue e d'ossigeno ai tessuti, si riduce in modo drammatico.
Questa condizione si chiama ischemia acuta ed è causa di gravi conseguenze che dipendono dalle arterie interessate:
··Se sono interessate le arterie che nutrono il cuore, si parla di malattia coronaria, che provoca dolore toracico (angina) e l'infarto.
··Se ad essere interessate sono le arterie che nutrono il cervello, si può avere un attacco ischemico transitorio (TIA) o un ictus vero e proprio con paralisi persistenti.
··Quando sono colpite le arterie che irrorano gli arti inferiori, si ha un dolore intermittente ai glutei, alle cosce, alle gambe o ai piedi durante la marcia ("claudicatio") che può aggravarsi sino aa arrivare ad accusare dolore anche a riposo o, in ultimo, a causare la gangrena.
Va detto, però, che tutte le arterie possono ammalarsi: quelle che irrorano i reni, l'intestino, e molte altre ancora.
Come abbiamo già sottolineato l'arteriosclerosi può colpire tutti i vasi del corpo umano. Quando si localizza prevalentemente a carico dei vasi che irrorano gli arti inferiori si parla di Arteriopatia periferica o Arteriopatia Obliterante Cronica degli Arti Inferiori (AOCAI).
Le localizzazioni delle lesioni aterosclerotiche ostruenti o stenosanti (=che causano stenosi, restringimenti del lume), possono essere divise anatomicamente in vari tratti, a cui corrisponde di solito una diversa sintomatologia:
Lesioni aorto-iliache
Lesioni femorali
Lesioni poplitee e distali (delle arterie della gamba)
Le lesioni aorto-iliache
Le malattie occlusive aorto-iliache riguardano le lesioni arteriose dei vasi che portano il sangue alla metà inferiore del corpo: l'aorta che e le iliache.
I sintomi iniziali sono caratterizzati dalla comparsa di dolore ai glutei o agli arti inferiori durante l'esercizio fisico (cammino) che scompaiono fermandosi (claudicatio intermittens); spesso coesiste anche disfunzione erettile.
Con il progredire della malattia si passa al dolore anche a riposo fino ad arrivare alla comparsa di atrofia muscolo-cutanea e alla necrosi (gangrena) periferica.
Le lesioni femorali
All'altezza del'inguine l'arteria iliaca esterna si continua in un vaso chiamato arteria femorale comune, la quale a sua volta dopo 5-8 cm circa si dirama in due vasi, l'arteria femorale profonda che andrà ad irrorare con i suoi rami principalmente i muscoli della coscia, e l'arteria femorale superficiale che porterà il sangue fin sopra al ginocchio, per poi continuarsi nell'arteria poplitea.
Le malattie occlusive femorali riguardano le lesioni arteriose dei vasi che portano il sangue alle cosce e alle gambe. I sintomi iniziali sono caratterizzati dalla comparsa di dolore agli arti inferiori (polpacci) durante l'esercizio fisico (cammino) che scompaiono fermandosi (claudicatio intermittens).
Con il progredire della malattia si passa al dolore anche a riposo fino ad arrivare alla comparsa di atrofia muscolo-cutanea e alla necrosi (gangrena) periferica.
Le lesioni popliteo-distali
Le lesioni ostruttive dei vasi arteriosi della gamba e del piede (arteria poplitea, tibiale anteriore e posteriore, interossea, pedidia) sono più· frequentemente caratterizzate da maggior gravità dei sintomi ed evolvono più rapidamente verso lesioni ulcerative e/o gangrena.
Spesso associate alla malattia diabetica (piede diabetico), necessitano di particolare attenzione per quanto riguarda l'approccio terapeutico medico e chirurgico.
riceve per appuntamento presso:
Studio Medico EliPa: Via Ulpiano, 29 - Roma - tel. 066875311/408
Casa di Cura Villa Mafalda: Via Monte delle Gioie, 5 - Roma - tel. 068609.4767/4652
esegue gli interventi chirurgici presso:
Casa di Cura Pio XI: Via Aurelia, 599 - Roma - tel. 06664941
Casa di Cura Villa Mafalda: Via Monte delle Gioie, 5 - Roma - tel. 068609.4767/4652